Oggi le mie parole sono superflue, rischierei che scolorino inutili, perché sui miei passi hanno calcato la loro orma, indelebile, due donne belle.
Oggi, il pensiero di due nobili sorelle illumina il mio cuore, il rifiuto, dell’una e dell’altra, di accettare le verità ufficiali, la storia asimmetrica, le decisioni del potere prese come ineluttabili. Come quegli uomini, brillanti ed intelligenti, che nascono, vivono e muoiono nella Menzogna. Perché a loro sembra che, l’esaudimento dei desideri, corrisponda a godere della Libertà. E che somigliano a quei carcerati fieri della propria prigione, larga e spaziosa, e seducente, e lucidata a specchio L’una che risponde alle fantasie di chi celebrò e celebra, con risultati artistici davvero scadenti, una spigolatrice che mai visse e 300 criminali esaltati come eroi, da mandanti che avrebbero millantato e ucciso senza stancarsene mai. Quelli che avevano interesse a presentare chi difendeva donne, beni e figli come un selvaggio, grazie ad un intellettuale sedicente scienziato che, ogni tanto, questo paese ripropone sotto spoglie diverse, positivista e supponente quanto vile e miserabile e, soprattutto, cattivo L’altra che smaschera il potere dei partiti, le mezze verità, le opportune mistificazioni, dell’oppressore “liberale” che non ha nessuna intenzione di concedere il confronto dialettico, la naturale opposizione istituzionale, di partecipare le sensate diverse esperienze, la condivisione del dubbio. Ed esaltano, entrambe, il coraggio di chi resiste, di chi non si arrende, di chi continua a battersi per uscire dalla gabbia Chi prende coscienza della propria condizione di oppresso, e si ribella, si trova, come diceva la Weil, nel territorio della saggezza, oltre l'intelligenza che, talvolta, costringe in una prigione Due donne. Avanti!
Estratto dalla canzone di Carmen Consoli “Volevo fare la rockstar” “…….Quali indicibili oltraggi avevano in serbo i fratelli italiani Noi che per i criteri lombrosiani eravamo animali A mio nonno tremava la voce Se parlava di certe cose Una parte di storia deve cambiare Per tornare a sperare E le domeniche in campagna a raccogliere olive Le scale in legno e le calosce E noi bambini a briglie sciolte Eravamo i briganti in fuga dalle camicie rosse…..”
Simone Weil (La Persona e il Sacro) “…Uno spirito che sente la propria prigionia vorrebbe dissimularla a sé stesso. Ma se ha orrore della menzogna non lo farà. Dovrà allora soffrire molto. Cozzerà contro un muro fino al deliquio; si ridesterà, guarderà il muro con timore, poi un giorno ricomincerà fino a cadere di nuovo in deliquio; e così di seguito, senza fine, senza alcuna speranza. Un giorno si desterà dall’altra parte del muro. Forse sarà ancora prigioniero, in una cella soltanto più spaziosa. Che importa? Ormai è entrato in possesso della chiave, il segreto che abbatte ogni muro. E’ pervenuto al di là di ciò che gli uomini denominano intelligenza, egli è là dove ha inizio la saggezza
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